La coscienza viene prima del Papa, non in quanto il soggetto è chiuso alla voce del Papa, ma in quanto la coscienza apre alla verità e quindi a Dio – e ovviamente nemmeno il Pontefice si pone prima di Dio, di quel Dio vero che nella coscienza autentica si manifesta. Certo, Dio si manifesta nella coscienza pura, retta e ben formata e allora il Pontefice dovrà essere inteso come il garante di tale purificazione, correzione e formazione. È evidente che si intenda qui il Pontefice in quanto interviene facendosi voce della Tradizione e assumendosi il compito di confermare i battezzati nella fede ricevuta dalla Chiesa. Una simile garanzia dal Pontefice non si ha quando a parlare è il singolo, l’uomo eletto al soglio pontificio, l’individuo che si esprime con pareri personali. Come distinguere poi i due momenti – la parola del Pontefice e quella dell’uomo – è compito arduo e non ardisco affrontarlo in questa sede.